Milano, 17 ottobre 2025 – Oltre 200 mila persone arrivate da tutta Italia, e da 35 Paesi del mondo, hanno partecipato alla Marcia Perugia-Assisi di domenica 12 ottobre 2025. L’edizione di quest’anno, una delle più partecipate di sempre, sembra confermare una tendenza emersa da settimane: in Italia e non solo, una parte significativa della società civile continua a mobilitarsi per la pace a Gaza, per la cessazione delle violenze e dell'occupazione militare della Striscia. Il lungo cammino partito da Porta San Girolamo a Perugia e concluso alla Rocca Maggiore di Assisi ha raccolto infatti un'ampia partecipazione di associazioni, sindaci, sindaci, di rapprentanti delle istituioni e della politica. Dai messaggi diffusi lungo il percorso — fratellanza, dignità umana, ripudio della guerra — è emersa ancora una volta la volontà di non restare in silenzio davanti al massacro di Gaza.
Anche l'Uisp ha partecipato con una ampia delegazione alla Marcia per la pace, diversi gruppi provenienti da tutto il centro Italia si sono radunati a Perugia per prendere parte all'iniziativa.
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Sotto lo striscione “Fraternità!”, il corteo ha raggiunto Assisi nel primo pomeriggio. Sul palco, tra gli altri, si sono susseguiti gli interventi di Maher Nicola Canawati, sindaco di Betlemme, dell’attivista Mohammad Hureini e dell’ambasciatrice palestinese in Italia Mona Abuamara, che – benché non fosse in programma – ha avuto la parola per raccontare la sua storia, una storia “uguale alla storia di tutti i palestinesi”.
La marcia si è conclusa sulle note di Bella Ciao, cantata in più lingue, simbolo di resistenza e rinascita. Poi, la domanda che chiude e apre insieme la giornata: “Che cosa faremo domani? - ha chiesto Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi - Costruire una politica della pace significa prendersi cura delle altre persone, rifiutare il dominio e il possesso, riconoscere che ciascuna e ciascuno di noi conta. E dobbiamo essere sempre più contagiosi”.
Più di 20 chilometri di persone, più di 200 mila voci, unite da una sola convinzione: la pace non si delega, si costruisce.
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Nell’ultimo mese, in Italia, oltre mezzo milione di persone avevano partecipato a manifestazioni e scioperi per la pace e di denuncia dell’eccidio di decine di migliaia di persone, dal 7 ottobre 2023, nella Striscia di Gaza. Anche in Europa, milioni di persone hanno preso parte a manifestazioni in diverse capitali e grandi città.
Le grandi manifestazioni italiane e internazionali hanno espresso dunque una consapevolezza nuova. Una parte della società, anche occidentale, ha scelto di stare dalla parte del diritto internazionale e della difesa della vita. Dalla Striscia di Gaza, la scrittrice palestinese Eman Abu Zayed ha detto che le immagini delle piazze italiane "hanno regalato un sorriso" a chi vive sotto le bombe, perché hanno fatto sentire che "non siamo soli". È quella stessa "pressione delle coscienze" che ha contribuito, come ha osservato più di un analista, a rendere più concreto l’accordo di tregua: un soffio collettivo che ha ricordato ai potenti e alla diplomazia che l’opinione pubblica mondiale non accetta più la guerra come inevitabile.
Domenica 12 ottobre molte delegazioni Uisp hanno preso parte alla Marcia